dal sito della Regione Valle d'Aosta:

http://www.regione.vda.it/artigianato/sant_orso_2011/artigianato_valdostano/art_oggetti_i.asp

 

Artigianato Valdostano - Gli oggetti caratteristici

 

Grolla: E' un calice da vino con coperchio, scavato in un blocco di legno, lavorato al tornio e a volte arricchito con l'intaglio. La sua matrice è insieme religiosa e conviviale: da calice paleocristiano a coppa contadina. La grolla era riservata alle bevute conviviali in occasioni speciali, mentre per l'uso quotidiano si ricorreva a ciotole in legno spesso munite di due manici.

Coppa dell'amicizia: Derivata dalla grolla ma più bassa e panciuta, con beccucci e con il coperchio scolpito, viene usata soprattutto per il caffé alla "valdostana", caffé misto a grappa, zucchero e spezie, servito fiammeggiante. Simbolo di amicizia, si usa "à la ronde".

Sabot: Calzature robuste ed interamente in legno, economiche, avevano il vantaggio di essere calde e asciutte, adatte ai rigori dell'inverno e al fango.

Sock-Pioun: Sono pantofole in tessuto confezionate tradizionalmente nella vallata di Gressoney. Usate in passato anche per i lavori dei campi, si confezionavano con abiti smessi dal tessuto piuttosto pesante. Per i giorni festivi si utilizzavano stoffe dai colori vivaci, abbellite per le donne con qualche ricamo. La suola è formata da diversi strati di stoffa trapuntati

 

Utensili agricoli: Erano costruiti in modo accurato, con particolare attenzione alla loro funzione d'uso. Strumenti di lavoro che suscitano curiosità ed interesse, per l'ingegnosità dei montanari:

per la fienagione, i rastrelli dai lunghi manici di frassino e dai denti di acero

per la battitura del grano, i "fléyé" formati da due bastoni di diversa lunghezza (manico e battente) collegati da una striscia di cuoio

per la setacciatura del grano, i "van" (cesti piatti con un bordo rialzato)

per la setacciatura della farina, i "tamis" (setacci)

per la raccolta delle mele o pere, le scale in abete rosso e frassino di diverse lunghezze

per la vendemmia e la lavorazione dell'uva, barili, botti, gerle, tinozze

per il trasporto e la distribuzione delle sementi nei campi, la "gorba" (scatola in legno con manico).

E poi, ceste e cestini per i più svariati usi: la "corbeille" alta e fornita di due coperchi, usata per il trasporto nei campi di viveri e vettovaglie, i "tsaven" di forma emisferica, usati per raccogliere ortaggi, frutta, ecc.

 

Marchi per il burro: Usati nelle case contadine per dare forma e decorare i panetti di burro.

Mobili: Le cassepanche o "artson", mobili indispensabili, utilizzati per contenere farina
ed alimenti o per riporre il corredo della casa, con forma esterna di cassone, all'interno dotati di vari scomparti a seconda dell'uso, in alcuni casi anche con nascondigli ingegnosamente mimetizzati, decorati da disegni geometrici o da soggetti religiosi. Le culle, di modeste dimensioni, preparate dai futuri padri che spesso le regalavano alle spose il giorno delle nozze, sollevate da terra da corti piedi, collegati tra loro da due assicelle ricurve per assicurarne il dondolio. L'attuale produzione di mobili comprende tavoli, sedie, credenze, piattaie, letti ed armadi, solo per citarne alcuni, nell'ottica di abbellimento delle stanze componenti l'abitazione quali cucina, soggiorno, camera da letto, taverna...

 

Scatole e cofanetti: Ricca è la produzione di tabacchiere, di cofanetti per i gioielli, di scrigni per il denaro, di scatole artigianali, raffinate nelle decorazioni, di varie forme e dimensioni. Le più antiche sono le scatole per il sale, di forma rotonda o ovale, con il coperchio che ruota su un perno e gli astucci portapenne.

Conocchie: Tradizionali rocche per filare, lavorate ed intagliate in modo particolarmente accurato per il valore sentimentale che rivestivano. Costituivano uno dei regali che l'uomo preparava per la futura sposa, a dimostrazione della dote femminile più apprezzata: l'abilità nei lavori domestici.

Taglieri: Vassoi di forma ovale, rotonda o rettangolare per i salumi o i formaggi. Alcuni, in particolare quelli usati per la polenta, muniti di apposito manico, altri, come il "copapan", dotati di lama per affettare il pane.

 

Giocattoli: I più tipici sono "les cornailles", piccole forme di mucche stilizzate dal corpo tozzo, senza gambe, costruite dai bambini in assoluta libertà di proporzioni. I giocattoli erano quasi tutti zoomorfi: oltre a mucche e pecore, erano presenti galline dal collo altissimo, i "tatà", muli posti su quattro ruote, gatti, caproni, ecc. Ancora oggi continua la produzione di questo tipo di giocattolo, che però assume una funzione puramente decorativa.

Maschere: Ricavate da pezzi di scorza d'albero, la forza dell'espressione viene data dagli occhi, dalle arcate sopracciliari più o meno accentuate, da fronti rugose e nasi imponenti.

Fiori in legno: Sono una delle ultime creazioni dell'artigianato. Dai trucioli di legno, composti in modo aggraziato, sbocciano stupendi fiori che si ispirano alla flora della Valle.

 

Artigianato Valdostano - Materiali e tecniche di lavorazione

 

Un popolo di artigiani...traghettatori di antiche tradizioni e di innovazioni artistiche! L'espressione quotidiana di una storia millenaria.

Nata come attività complementare nella pausa dei lavori agricoli,la scultura si è gradualmente evoluta e perfezionata. Tra le opere più significative: santoni, ritratti di personaggi e scene di vita familiare, maschere, fauna valdostana.

L'intaglio del legno o della pietra ollare è nato invece come esigenza di abbellimento di oggetti di uso comune. Le prime decorazioni consistevano sopratutto in disegni geometrici, rosoni, stelle, cerchi al compasso, ruote solari sovente aventi valore simbolico.

Le origini dell'artigianato del ferro battuto sono direttamente legate allo sfruttamento delle miniere e delle foreste di Cogne, che fornivano la magnetite ed il carbone di legna necessari al funzionamento delle forge. La lavorazione era rivolta in prevalenza alla realizzazione di oggetti d'uso quotidiano (recipienti, chiavi, serrature, attrezzi agricoli, ecc.), anche se raggiungeva non di rado livelli artistici di tutto rilievo (ad esempio la fontana del melograno del castello di Issogne).

Materia prima caratteristica è la pietra ollare, una roccia omogenea e compatta di colore verde, nota agli abitanti delle Alpi sin dal periodo neolitico per la caratteristica di poter essere facilmente lavorata. Presente nella Valtournenche, nella Valle d'Ayas e nella Valle di Champorcher, ha rivestito per secoli una certa importanza per la fabbricazione di oggetti e recipienti vari con l'uso di torni azionati a pedale. Nella Valtournenche poi, gli artigiani si erano specializzati nella realizzazione di stufe, per i soggiorni delle famiglie borghesi. Oggi la pietra, intagliata o scolpita, viene utilizzata per la creazione di sculture, piatti, ciotole, scatole e ancora per le stufe.

 

La lavorazione del cuoio si sviluppò in Valle d'Aosta in epoca romana. Gli oggetti antichi rimasti sono scarsi (bisacce, otri, borracce, zoccoli). Oggi vengono prodotti zainetti, borse, portafogli, scarpe, cinture e articoli di vestiario. Si producono ancora i collari per il bestiame, i finimenti per il cavallo, i "socques" (zoccoli con suola in legno e tomaia in cuoio) ed altri articoli per il folklore.

Molto fiorente, in quasi tutta la Valle d'Aosta, è la produzione di "vannerie" (intrecci di salice o vitalba). Nelle alte valli, mancando il salice, viene utilizzato il legno, tagliato a listarelle a sezione quadrata o rettangolare.

 

La lavorazione del pizzo al tombolo, ormai parte integrante della tradizione di Cogne, sarebbe stata importata nel XVI secolo da alcune monache benedettine, fuggite dal Monastero di Cluny e stabilitesi in alcune località della Valle d'Aosta. La tecnica del pizzo è quindi d'importazione ma i vari disegni sono sicuramente di origine locale, legati all'ambiente ed alla fauna, senza uno schema preciso, frutto della fantasia e tramandati di madre in figlia. La larghezza del pizzo varia in rapporto al numero dei fuselli impiegati: più sono numerosi, più il pizzo è largo e pregiato. Il filo usato è il lino, di colore naturale, talvolta candeggiato per renderlo più bianco.

La tessitura del "drap", tessuto grezzo proveniente dalla lana di pecora, è tipica degli abitanti della Valgrisenche. Tessevano non solo le donne ma anche gli uomini, più adatti a manovrare i rudimentali telai, di tipo rinascimentale. Il drap classico era monocolore, (grigio, blu, nero, rosso porpora). Ora invece lo troviamo in tinte vivaci e multicolori, con motivi geometrici ed è utilizzato come tessuto da arredamento, adatto allo stile dei mobili rustici.

La coltivazione della canapa veniva effettuata in località della bassa Valle; la tessitura della tela era, invece, una delle attività tipiche della vallata di Champorcher. I telai erano in legno di larice con licci in corda. Un esemplare perfettamente conservato è presente nel villaggio di Chardonney. Con la tela di canapa vengono confezionate lenzuola, asciugamani, camicie, ecc.

 

 

 

 

"Non è saggio pagare troppo caro, ma pagare troppo poco è peggio.

Quando si paga troppo, si perde un po' più di denaro e basta.

 Ma se si paga troppo poco, si rischia di perdere tutto, perchè la cosa comperata potrebbe non essere all'altezza delle proprie esigenze.

La legge dell'equilibrio negli scambi non consente di pagare poco e di ricevere molto, sarebbe un assurdo!

Se si tratta con il più basso offerente, è quindi prudente aggiungere qualcosa per il rischio che si corre, ma se si fa questo, si avrà abbastanza per pagare qualcosa di meglio..."

John Ruskin (1819-1900)- scrittore inglese, pittore, poeta critico d'arte, economista e docente             all´università di OXFORD

 

 

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