USANZE e TRADIZIONI

E qui alcune abitudini che hanno uno stretto legame con l’economia degli abitanti e le antiche tradizioni della Valle.

 

Monticazione: INARPA

I pastori, allo scopo di sfruttare i pascoli di montagna, si spostano durante l’anno in zone montane di diversa altitudine e alloggiano in case di forma e materiali vari. Fin da epoche antiche in Valle d’Aosta si effettua la monticazione o alpeggio.
Durante la primavera i pastori dimorano in zone di bassa montagna: le case sono di legno o miste (muratura e legno) e sono in genere formate da due piani. Al piano terra c’è una stalla per i bovini e una stanza per i pastori; al piano superiore il fienile. Queste dimore si chiamano stavoli o maggenghi. All’inizio dell’estate i pastori si spostano verso i pascoli alti. Dimorano in case (casere o malghe) attrezzate per la lavorazione del latte. Infatti sono costituite da un ampio locale dove si lavora il latte, si conservano i formaggi e il burro e dormono i pastori. I bovini dormono sotto tettoie.

Smonticazione: DéSARPA

  A settembre s’inizia la smonticazione o desarpa: dopo una sosta più o meno lunga nei maggenghi, i pastori ritornano nei villaggi a valle per trascorrere l’inverno.
Le regine degli alpeggi. Durante il ritorno a valle la tradizione vuole che, in ogni alpeggio, la mucca che durante l’estate ha prodotto più latte e quella più battagliera vengano decorate dal pastore con il famoso “bosquet” (inserito tra le corna), divenendo la regina del latte e delle corna rispettivamente.

Il Bosquet è una composizione fatta di rami di pino decorati con fiocchetti del colore della bandiera valdostana (rosso e nero) e di tipici fiori colorati di cartapesta: simbolicamente il ramo della regina del latte sorregge un secchiello mentre sul ramo della mucca battagliera è incastrato uno specchietto. Entrambe le mucche vengono dotate di un campanello più grande di tutte le altre.

Les Battailles des reines.

Uno dei tradizionali eventi più popolari della Valle d’Aosta è la " batailles de reines " .
La tradizione vuole che durante il ritorno, a settembre, dei pastori a valle per trascorrere l’inverno (desarpa) in ogni alpeggio la mucca che durante l’estate ha prodotto più latte e quella più battagliera vengano decorate dal pastore con il famoso “bosquet” (inserito tra le corna), divenendo rispettivamente le regine del latte e delle corna. 
Il Bosquet è una composizione fatta di rami di pino decorati con fiocchetti del colore della bandiera valdostana (rosso e nero) e di tipici fiori colorati di cartapesta: simbolicamente il ramo della regina del latte sorregge un secchiello mentre sul ramo della mucca battagliera è incastrato uno specchietto. Entrambe le mucche vengono dotate di un campanello più grande di tutte le altre.Le battaglie tra mucche proseguono, al di fuori degli alpeggi, con un concorso regionale noto come Battailles des reines (battaglia delle regine), le cui origini ci riportano almeno al XVII sec.. Esso consiste in un caratteristico combattimento tra mucche gravide, che si affrontano con le corna in modo incruento fino all’abbandono del campo da parte di una delle due. Le mucche, di razza pezzata nera o marrone, vengono suddivise in varie categorie in base al peso. Le gare eliminazione sono in tutto 19 e si svolgono in varie località della Regione per tutta la primavera e l’estate, mentre la finale o “combat final” si svolge la penultima domenica di ottobre in Aosta, nel vaccodromo della Croix Noire, dove viene finalmente proclamata la mucca Valdostana regina delle corna. Dopo la fiera di Sant’Orso (30-31 gennaio), questo risulta l’evento più seguito dai Valligiani.

In modo analogo si svolge un’altra battaglia in cui le protagoniste sono le capre, nota come Battailles des chevres: la gara finale per la proclamazione della regina si svolge nel comune di Perloz.


Fiera di Sant’Orso:

vedere le pagine sul sito

 

Sagre

Un’occasione da non perdere è la partecipazione alle numerose sagre che si svolgono tutto l'anno, principalmente in estate per la bontà dei prodotti tipici molti dei quali molto conosciuti al di fuori della regione ma anche per quelli meno conosciuti ma altrettanto buoni e pronti a render felice qualsiasi buongustaio. Parliamo della Fontina, delle mele, di uva, di vini, delle castagne, e di altri prodotti su cui si è per lungo tempo basata l’economia agricola della Valle d’Aosta. Non particolarmente conosciuto il “Jambon de Bosses” il prosciutto crudo di Bosses, di pregiata qualità ma che, per la limitata produzione, non è facile da trovare: la sua sagra è pertanto un’occasione speciale da non perdere per gustarlo.

la festa del " lardo di Arnad", le vari feste che si fanno con la preparazione  e cottura del pane nero di segala "lo pan nér"...

 

Fuochi dei S.S. Pietro, Giovanni e Paolo:BOUDOiié

Dalla notte dei tempi in valle d’Aosta si tramanda l’usanza di accendere i fuochi all’arrivo del solstizio d’estate. In alcune vallate questo rito avviene il 24 giugno (San Giovanni) ed in maniera più accentuata nel resto della valle il 29 giugno (per i santi Pietro e Paolo). Tutta al comunità è mobilitata per questo evento: si parte con il raccogliere rami secchi paglia e fieno ed in un punto stabilito, "frappa" potatura della vite, in genere in posizione strategica di grande visibilità, si costruisce questa “bouderuie” o falò.

A notte il fuoco verrà acceso ed intorno al fuoco ci si ritroverà per far festa bevendo e mangiando prodotti tipici. E’ quasi un esorcismo propiziatorio per avere una fertile stagione con copiosi raccolti.


Carnevali

vedi sul sito la pagina sul Carnaval d'Allein

Il Carnevale rappresenta una delle più caratteristiche tradizioni della Valle D’Aosta.
Il Carnevale di Aosta, che ha origini nel ’700, è ricco di danze e cortei di navi allegoriche capeggiate dal re Barlet e la regina Grolla; molto particolari e vivaci i carnevali dei molteplici piccoli comuni.
Nella Valle del Gran San Bernardo (Coumbe Froide) troviamo alcuni tra i più antichi carnevali (di cui esistono ciazioni in documenti che risalgono al XV sec.), che traggono origine da rituali di esorcismo pre-cristiano che venivano celebrati durante la primavera per cacciare gli spiriti maligni.
Uno dei carnevali più popolari rappresenta la leggenda del passaggio di Napoleone - durante le campagne d’Italia – onorato dai notabili del posto quale futuro imperatore. Belli i caratteristici costumi di velluto dai colori molto vivaci e con lustrini, specchi, campanelli e decorazioni in pizzo. A sfilare, oltre a Napoleone, diversi simbolici personaggi in un preciso ordine di apparizione: l’Orso (("l'ours", con il suo cucciolo), il Diavolo ("lo djablo") con gli Arlecchini ("les arlequeun"), i Colori Viola, Rosso, Verde, Blu (i colori degli alpeggi in primavera), i Neri e i Bianchi (il buio delle lunghe notti d’inverno e la luminosità crescente della primavera), le Damigelle ("le damouselle") etc. . Inoltre la sfilata, accompagnata da musiche e canzoni popolari, si reca in visita a tutti i vicini villaggi ed è benvenuta in ogni casa con offerte di cibo, bevande e donazioni in monete e altri generi.
Accanto ai tradizionali carnevali, durante lo scorso secolo nei maggiori centri della regione se ne sono affiancati alcuni di carattere più moderno, inspirati a leggende di storia e del luogo: a Pont Saint Martin, Verrès, Nus e Quart, per esempio, sono sorti gruppi storici che recitano in costume episodi e personaggi dei tempi antichi e del Medio Evo. Questi carnevali anche rappresentano eventi tradizionali, come il rito di bruciare un’immagine del re Carnevale e personaggi tradizionali come l’orso, il diavolo, il vecchio e la vecchia ("lo viou et la viëille" or "lo toc et la tocca"), etc.

Forse il più importante è il Carnevale di Verres, in cui la protagonista, Caterina di Challant, scende dal castello e si reca in piazza, acclamata dalla folla, per danzare con i giovani del paese. Un corteo sfila durante il sabato di carnevale attraverso le strade fino al Municipio, dove l’aspetta il Sindaco per consegnare le chiavi d’oro del paese a Caterina, che diventa Castellana di Verres e invita la folla a festeggiare nel castello. Bellissimi i costumi e le danze dell’epoca.
Durante tutto il periodo del Carnevale, a Saint Vincent, i poteri del Consiglio locale sono simbolicamente assunti dai bambini, i quali eleggono i loro rispettivi Sindaco, la Giinta e l’ Amministrazione.
A Pont Saint Martin si rinnova un’altra leggenda, legata al più che millenario ponte cui si fa riferimento nel nome. Il protagonista è il Diavolo che avrebbe costruito il suddetto Ponte in cambio di un’anima, quella della prima creatura che l’avesse attraversato. L’astuto San Martino intuendo le sue intenzioni fece in modo che il primo a passare sotto il ponte fosse, anziché un uomo, un cane, suscitando le ire del Diavolo. 

 

 


Trii-à

Un’altra delle tradizioni profane della quali le persone non si ricordano l’origine riguarda il matrimonio.

In occasione del matrimonio di un abitante del comune, gli amici dei futuri sposi hanno l’abitudine di portare della segatura davanti alle porte delle rispettive abitazioni e di lasciarne una traccia fino alla porta dell’ultimo amore di ciascun sposo.

Ai nostri giorni questa tradizione è portata all’esasperazione, la segatura è lasciata un po’ dappertutto nel villaggio, unendo le abitazioni di tutti i vecchi amori dello sfortunato o della sfortunata dei quali le peripezie d’amore diventano anche di dominio pubblico.

 

Le corvées

Le corvées, di antica memoria e tradizione, sono quel momento comunitario obbligatorio in cui tantissime persone compiono gratuitamente un determinato lavoro di interesse sociale. In epoche in cui non esisteva l’Ente pubblico che di tutto si faceva carico , la popolazione doveva unirsi per compiere determinati lavori: pulizia dei corsi d’acqua, delle strade e lavori in altre strutture comunitarie. La pulizia dei corsi dei canali avveniva in primavera ed era annunciata dalle “grida” effettuate nel piazzale antistante la chiesa dopo le messe domenicali. Il responsabile del ru annunciava che nel corso della settimana tutti gli utenti di un determinato canale dovevano riunirsi ad una certa ora e in un determinato luogo. Il giorno stabilito ogni utente si presentava munito delle attrezzature necessarie; tutti avevano un compito da svolgere! Agli uomini erano naturalmente demandati i lavori più pesanti, quali ad esempio la rimozione di massi franati all’interno del ru o l’eliminazione di smottamenti di terra, o il taglio di alberi. Le donne, munite di falci, falcetti e rastrelli dovevano pulire il corso del canale dal fogliame secco e dai rami ammucchiatisi durante l’inverno.  Ma le corvées, che come sappiamo risalgono a ben prima dell’epoca medievale, interessavano anche la fitta rete di strade e di sentieri all’interno del comune. Il rifacimento dei muri di sostegno crollati, la pulizia dalle piccole frane o dagli alberi caduti erano parte di quel lavoro comunitario necessario al buon andamento della società e delle sue strutture. Chi non partecipava a queste giornate doveva corrispondere un compenso in danaro che serviva per la retribuzione del guardiano del canale mentre chi recandosi a questo appuntamento portava con se un mulo o l’asino aveva meno giornate da compiere. Le testimonianze degli anziani ricordano questi momenti come estremamente partecipati nel numero e apprezzati dai più che approfittavano della giornata per ritrovarsi, fare affari di compravendita o semplicemente solo per cantare una volta tutti insieme. 

 

 

 

"Non è saggio pagare troppo caro, ma pagare troppo poco è peggio.

Quando si paga troppo, si perde un po' più di denaro e basta.

 Ma se si paga troppo poco, si rischia di perdere tutto, perchè la cosa comperata potrebbe non essere all'altezza delle proprie esigenze.

La legge dell'equilibrio negli scambi non consente di pagare poco e di ricevere molto, sarebbe un assurdo!

Se si tratta con il più basso offerente, è quindi prudente aggiungere qualcosa per il rischio che si corre, ma se si fa questo, si avrà abbastanza per pagare qualcosa di meglio..."

John Ruskin (1819-1900)- scrittore inglese, pittore, poeta critico d'arte, economista e docente             all´università di OXFORD

 

 

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